They jest at scars that never
felt a wound.
Shakespeare's Romeo
CICATRIZZAZIONE
La cicatrizzazione
è un processo biologico complesso e dinamico, caratterizzato da una
serie di eventi che s'innescano a catena e che conducono alla riparazione
delle ferite.
La durata di questo complesso evento biologico ed il suo risultato finale
variano in relazione al tipo di ferita, ovvero, a seconda che si tratti
di una ferita lineare, suturata chirurgicamente o di una ferita traumatica,
di un'ulcera, di un'ustione, etc...
Poche ore dopo il trauma lesivo sono già evidenti i segni dell'iniziale
riparazione rappresentati dalla comparsa del tessuto collagene. I fibroblasti
divengono attivi ed iniziano a proliferare insieme a colonne di angioblasti
che nascono dai capillari danneggiati. Tutte queste cellule mostrano
abbondante eucromatina, larghi nucleoli e citoplasma basofilo, segni
di attiva replicazione cellulare. Entrambe le colonie cellulari invadono
la rete di fibrina creatasi durante la lesione tissutale e la successiva
risposta infiammatoria.
I vasi neoformati sono deboli poiché costituiti dalle sole cellule endoteliali
pertanto le ferite in via di consolidamento sono gonfie, tumefatte.
I fibroblasti producono collagene e proteoglicani ("matrice tissutale"),
ed alcuni acquisiscono elementi contrattili così come accade nella muscolatura
liscia ("miofibroblasti"). Il quadro istologico mostra un numero elevato
di macrofagi la cui funzione è quella di mantenere il nuovo tessuto
'pulito' dai detriti cellulari. Questo nuovo tessuto è chiamato tessuto
di granulazione o cicatrice immatura. Il suo aspetto è rosso, umido,
con la consistenza di un gel, si tratta del tessuto che siamo abituati
a vedere al di sotto di una crosta rimossa troppo precocemente.
Se tutti gli eventi descritti si realizzano in maniera corretta, se
esiste una quantità sufficiente di collagene per riempire il gap tissutale,
la maggior parte dei capillari è riassorbita, i fibroblasti tornano
in una condizione di quiescenza ed, infine, i miofibroblasti si contraggono.
Questi meccanismi sono validi quando la ferita è piuttosto superficiale,
vale a dire coinvolge la sola epidermide, se, al contrario, è coinvolta
anche la giunzione dermo-epidermica e, dunque, in tutti i casi di ferite
profonde, si assiste ad una imponente produzione e deposito di proteine
dermiche (fibrina e fibronectina) che costituiscono il substrato su
cui poi organizzare i processi di migrazione.
Più la ferita è profonda maggiore è la componente delle cellule dermiche
coinvolte nel processo di riparazione.
Ricordiamo che i vasi che provvedono alla nutrizione ed ossigenazione
della cute sono dermici, di conseguenza, in seguito a ferite molto profonde
con danneggiamento di strutture vasali, si assiste alla formazione del
tappo piastrinico, del coagulo di fibrina, alla migrazione di cellule
del sangue: polimorfonucleati, macrofagi, linfociti.
Tutto questo complesso di meccanismi biologici avviene al di sotto della
crosta che compare piuttosto rapidamente dopo una ferita. E' solo al
completamento di tutti questi meccanismi riparativi che la crosta cadrà,
rendendo visibile il tessuto neoformato.
Cicatrizzazione per
prima intenzione
Viene così definito il processo di riparazione
tissutale che si verifica nel caso di una ferita chirurgica ben approssimata.
In questi casi i margini della ferita sono ben accostati dalla sutura
e la fibrina riempie completamente la minima distanza tra i tessuti.
La necrosi tissutale è ridotta ed in genere non si assiste ad infezione.
La sequenza cronologica degli eventi può essere così riassunta:
- Pochi minuti dopo il trauma lesivo: Il fibrinogeno
è attivato mediante gli enzimi ematici responsabili del processo
coagulativo. Si forma così una rete di fibrina che interrompe il
sanguinamento
- 24 ore: I polimorfonucleati colonizzano
la rete di fibrina. Le cellule epiteliali iniziano il processo di
moltiplicazione a partire dai bordi della ferita.
- 3 giorni: La rete di fibrina viene invasa
massivamente dai macrofagi. Il tessuto di granulazione è evidente
ai margini della ferita. Una sottile lamina di cellule epiteliali
copre ora la superficie della ferita.
- 5 giorni: Il tessuto di granulazione riempie
l'intera ferita ed è presente abbondante collagene.
- 2 settimane: I fibroblasti continuano a
moltiplicarsi ed il collagene ad accumularsi
- 4 settimane: L'epidermide sovrastante è
adesso normale, di spessore adeguato ed inizia la rigenerazione
di strutture annessiali. L'involuzione dei capillari e la contrazione
della ferita è ormai evidente. La ferita comincia a modificare il
suo colore da rosso a biancastro, si accresce velocemente, sebbene
sia sempre più fragile del tessuto normale.
Cicatrizzazione
per seconda intenzione
Molte cicatrici non si presentano con
i caratteri descritti in precedenza. Si tratta di tutte quelle cicatrici
con margini frastagliati, in cui esiste una perdita di sostanza ed i
margini non sono affrontati in maniera corretta. In questi casi si forma
una rete di fibrina più ampia rappresentata macroscopicamente da una
grossa crosta di colorito brunastro. I processi infiammatori sono più
evidenti e talora è presente infezione .
La crosta che sovrasta la ferita è più grande e man mano che l'epidermide
inizia a ricoprire la parte più periferica della ferita, i margini della
crosta iniziano a sollevarsi per completare il distacco in senso centripeto
man mano che la ri-epitelizzazione si completa su tutta la superficie
della ferita.
Nei casi in cui l'epitelio superficiale cresca in crepe ed anfratti
della cicatrice come accade, ad esempio, lungo i tragitti dei punti
si sutura, stimola l'attività dei fibroblasti con eccessiva produzione
di tessuto collagene. Ciò spiega la maggiore evidenza del processo di
cicatrizzazione nella sede della sutura.
La cicatrizzazione per seconda intenzione produce costantemente un risultato
estetico inferiore rispetto al processo di cicatrizzazione per prima.
I fasci di tessuto collagene nella cicatrice definitiva non sono quasi
mai orientati nella stessa direzione del tessuto connettivo circostante.
Talvolta il tessuto connettivo va incontro ad una proliferazione eccessiva
che oltrepassa i margini della ferita. La manifestazione più eclatante
di questo fenomeno da origine ai cosiddetti 'cheloidi'.
A cura della
Dott.ssa Paola De Simone
dermatologa
HOME
PAGE |